Rabbia del cane: una malattia pericolosa
La rabbia è una delle malattie più temibili che colpiscono i nostri animali domestici.
Malattia virale, è ancora oggi temutissima in quanto non si è ancora trovata una terapia efficace.
Al contrario, la vaccinazione offre una protezione estremamente efficace per lungo tempo. Ne parliamo insieme ai Medici Veterinari della Clinica veterinaria C.M.V di Varese.
Cos’è la rabbia?
La rabbia è una malattia sostenuta da un virus della famiglia Rhabdoviridae, che colpisce tutti i mammiferi, incluso l’uomo.
La trasmissione avviene a seguito di contatto con la saliva di animali infetti e le mucose o la cute non integra.
Quindi non è sufficiente che ci sia un semplice contatto ma ci deve essere una piccola ferita.
Dopo un variabile periodo di incubazione, si rende evidente la sintomatologia che conduce sempre a morte.
Sintomi di rabbia nel cane
Durante il periodo di incubazione del virus (in media 2-3 mesi), la patologia non è manifesta e l’animale colpito ospita il virus senza trasmetterlo.
In questa fase,
- il virus si replica nel tessuto muscolare
- raggiunge il sistema nervoso centrale attraverso i nervi periferici
Lì continua a replicare diffondendosi poi nella sua localizzazione terminale, nelleghiandole salivari.
Da questo momento, la malattia diventa clinicamente manifesta e contagiosa.
La manifestazione clinica comprende:
- prima fase eccitativa – con improvvise modificazioni del comportamento con comparsa di aggressività e di abbattimento
- seconda fase paralitica – che precede la morte
il tutto della durata di 10 giorni circa.
Situazione epidemiologica della rabbia
L’Italia attualmente è indenne dalla rabbia.
L’ultima epidemia, dopo quasi 13 anni di assenza e in relazione alla situazione epidemiologica nelle vicine Slovenia e Croazia, ha interessato dall’autunno 2008 al febbraio 2011 il nord-est italiano, e in particolare il Friuli Venezia Giulia, la provincia di Belluno e le province di Trento e Bolzano.
Contro questa epidemia sono state effettuate numerose campagne di vaccinazione orale delle volpi, che hanno permesso l’eradicazione della malattia dal territorio.
L’ultimo caso risale al febbraio 2011.
Dopo i prescritti due anni di prosecuzione delle campagne vaccinali e in assenza di nuovi casi, il nostro paese ha riottenuto lo stato di indennità nel 2013.
A scopo precauzionale e in linea con quanto realizzato in Slovenia, viene ancora eseguita due volte all’anno la vaccinazione orale delle volpi lungo una fascia di confine di circa 2.300 km. (Fonte Istituto Zooprofilattico delle Venezie)
È possibile prevenire la rabbia adottando semplici regole di comportamento:
- evitando contatti con animali selvatici o domestici sconosciuti, evitandoli anche ai propri animali domestici
- segnalando al proprio veterinario cambiamenti di comportamento improvvisi dei propri animali domestici
- segnalando alle autorità locali animali selvatici che si comportino in modo anomalo.
Devo vaccinare il mio cane contro la rabbia?
Al momento la vaccinazione antirabica non è obbligatoria per legge in Italia, ma è altamente consigliata.
Al programma vaccinale di base deve essere aggiunto la vaccinazione contro la Rabbia se
- il nostro animale si reca all’estero
- partecipa ad esposizioni canine
- qualora gli organi di Polizia Veterinaria, verificato il rischio di diffusione della malattia, la rendano obbligatoria.
A tutt’oggi non esistono cure per la Rabbia, questo vale sia per il cane che per l’uomo.
La Rabbia è una malattia che può essere prevenuta con la Vaccinazione ma non curata, l’esito è sempre fatale per il cane come per l’uomo.
La malattia si trasmette all’uomo tramite la saliva infetta degli animali.
Va detto che il virus non è in grado di superare la cute integra quindi, non è sufficiente che un animale malato ci lecchi perché si contragga la malattia.
La rabbia, quindi si trasmette attraverso
- una ferita aperta
- un morso che laceri la cute
generando la condizione per l’ingresso del virus.
La Rabbia è tuttora presente in alcune parti del mondo (compresi paesi confinanti con l’Italia) e la presenza della malattia non dovrebbe mai essere sottovalutata.
Gli animali selvatici rappresentano un serbatoio del virus per cui, qualora si rinvengano animali morti accidentalmente, le autorità competenti possono decidere di procedere ad accertare l’eventuale presenza del virus della Rabbia.
Questo al fine di evitare che si possa verificare il passaggio dagli animali selvatici a quelli domestici e da questi all’uomo.
Tutto questo spiega perché, in caso di rischio di malattia gli organi di Polizia Veterinaria possano adottare procedure restrittive e rendere obbligatoria la vaccinazione per determinati periodi.
Ogni paese adotta una normativa propria circa la ricorrenza dei richiami vaccinali per la Rabbia.
In Italia è normalmente richiesto il richiamo triennale per la maggior parte dei Vaccini presenti in commercio.
La Svizzera richiede il richiamo biennale.
Alcuni paesi richiedono anche la titolazione degli anticorpi vaccinali a conferma che la vaccinazione abbia indotto l’effettiva immunizzazione dell’animale.
A far fede dell’esatto adempimento del programma vaccinale e dei successivi richiami, il medico Veterinario rilascia il Libretto Sanitario dove vengono registrate tutte le vaccinazioni eseguite.
Nel caso si decida di portare all’estero il nostro cane l’Asl Veterinaria di competenza, accertata la presenza del microchip e la corretta somministrazione del Vaccino Antirabbico, rilascia il Passaporto Internazionale che sostituisce a tutti gli effetti il Libretto Sanitario.