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Leishmaniosi: in estate attenzione ai pappataci

By :Simone Pace 0 Commenta
Leishmaniosi: in estate attenzione ai pappataci

La tanto attesa estate finalmente è arrivata, ma la bella stagione nasconde alcune minacce per il cane: la fastidiosa presenza assidua di pappataci non solo irrita noi proprietari, ma può essere davvero molto pericolosa per il nostro amico a quattro zampe. I pappataci, infatti, possono essere una vera minaccia alla salute dei nostri cani, in quanto vettori di una malattia chiamata Leishmaniosi.

Ne parliamo insieme agli esperti della Clinica Veterinaria C.M.V di Varese

Leishmaniosi: cos’è

La leishmaniosi è una malattia parassitaria molto seria causata da un parassita microscopico chiamato Leishmania, trasmesso al cane attraverso la puntura di un insetto simile a una zanzara, il Flebotomo o Pappatacio (letteralmente: mangio in silenzio senza ronzare…), che funge da vettore del parassita.

Il cane viene infettato quando viene punto dai pappataci e rappresenta il serbatoio principale di questa malattia.

Fino a 5-10 anni fa era considerata una malattia quasi esclusiva del centro-sud italia e regioni costiere, negli ultimi anni si è assistito ad un incremento di casi in soggetti stanziali in zone considerate precedentemente a basso rischio come la Lombardia.

È una malattia endemica diffusa nel bacino del Mediterraneo, in Asia e in America. Ci sono circa 2,5 milioni di cani in Europa attualmente infettati da questo parassita. E’ considerata la terza malattia trasmessa da vettore più importante al mondo e si presenta con un’ampia varietà di manifestazioni cliniche che differiscono notevolmente in termini di gravità e impatto sulla salute. E’ importante sottolineare che la Leishmaniosi è una zoonosi, ovvero una malattia che potenzialmente può trasmettersi dagli animali all’uomo. Ne deriva che è considerata da un lato un serio problema di ordine veterinario, ma con un importante risvolto sulla salute pubblica.

Leishmaniosi in Italia

In Italia tutte le regioni costiere, comprese le isole, sono considerate “ad alto rischio” e negli ultimi anni sono aumentate le segnalazioni di infezione anche nelle zone ritenute in passato “non a rischio” (Lombardia, Veneto, Emilia Romagna, Piemonte ecc…). Nei climi temperati gli adulti del parassita emergono in primavera e sono presenti fino all’autunno, mediamente in un periodo che va da aprile ad ottobre in Europa.

L’attività circadiana degli adulti è crepuscolare e notturna. La maggior parte delle specie pungono più attivamente subito dopo il tramonto, mentre è stato osservato che altre specie pungono dopo mezzanotte.

La Leishmania può colpire gli organi interni (forma viscerale) o presentarsi in forma più blanda attraverso lesioni cutanee o mucocutanee.

Sintomi di leishmaniosi

Il parassita è causa di malattia attraverso diversi meccanismi:

  • formazione di immunocomplessi
  • formazione di granulomi
  • invasione tessutale (es. del midollo osseo)
  • patologia immuno-mediata

I segni clinici sono dunque molto variabili, anche a seconda del distretto interessato.

I principali segni clinici sistemici comprendono:

  • linfoadenomegalia (aumento di dimensione dei linfonodi)
  • perdita di peso
  • diminuzione dell’appetito
  • letargia
  • febbre
  • aumento della sete
  • vomito
  • diarrea
  • pallore delle mucose.

Spesso, sono presenti sintomi dermatologici, che si manifestano con diversi tipi di dermatiti:

  • esfoliativa
  • nodulare
  • erosivo-ulcerativa
  • onicogrifosi, cioè un’eccessiva crescita delle unghie.

In altri casi la malattia si può manifestare solo con segni oculari:

  • uveite
  • blefarite
  • cheratocongiuntivite

Ma anche:

  • patologia renale
  • segni neurologici
  • zoppie
  • miositi
  • citopenie (anemia, trombocitopenia e altri)
  • patologia cardiaca (miocardite, versamento, pericardico e altri).

Diagnosi di Leishmaniosi

La diagnosi è molto complessa perché è importante distinguere i cani infetti (cioè entrati in contatto con il parassita), dai cani malati.

Non tutti i cani infetti sviluppano i sintomi clinici, tutto dipende dal tipo di risposta attuata dal loro sistema immunitario. La diagnosi è basata sul riscontro di segni clinici e di alterazioni clinico/patologiche compatibili con la malattia. La visita clinica e gli esami generali sono dunque fondamentali perché permettono di capire se un cane è malato. A ciò si associano gli esami per la ricerca del parassita (sierologie, PCR, citologia, istologia, colture), che confermano l’infezione.

Terapia

I farmaci utilizzati per il trattamento sono l’antimoniato di meglumina, la miltefosina e l’allopurinolo. La scelta varia in base al paziente e alla sua storia clinica. Nei pazienti con malattia lieve può anche essere valutato l’utilizzo del domperidone come immunostimolante.

Prevenzione della Leishmaniosi

Data la gravità della malattia, fondamentale è la prevenzione.

L’approccio preventivo ottimale sembra essere quello multimodale, basato sull’applicazione topica di antiparassitari con effetto repellente durante il periodo di attività dei flebotomi e sulla vaccinazione.

L’uso di antiparassitari (spot on o collare a base di permetrina) riduce il rischio di infezione, ma non previene la comparsa di segni clinici una volta che il cane è stato infettato.

Al contrario, la vaccinazione non previene l’infezione, ma riduce il rischio di comparsa di segni clinici e progressione della malattia.

Oltre a ciò può essere utile anche:

  • limitare le passeggiate notturne
  • ritirare il cane in casa durante la notte
  • utilizzare apposite zanzariere (più fitte di quelle tradizionali per le zanzare)
  • utilizzare insetticidi ambientali.

Vaccinazione

La vaccinazione per Leishmania è ormai in commercio da diverso tempo e ha dimostrato sul campo elevata efficacia. Il vaccino può essere inoculato a partire dai 6 mesi di età e prima della vaccinazione è opportuno valutare che il paziente sia sano ed effettuare un test su sangue (sono sufficienti poche gocce) per assicurarsi che il soggetto da vaccinare sia sieronegativo.

Alla luce di quanto evidenziato da recenti studi, è consigliabile vaccinare tutti quei soggetti che in estate si spostano in aree endemiche, spesso meta di vacanze estive.

E’ tuttavia raccomandato considerare oramai la vaccinazione anche nei soggetti stanziali in nord Italia, soprattutto nei cani che vivono in zone con maggior presenza di flebotomi (aree perilacustri o vicino a fiumi) poiché è dimostrato un aumento dei casi descritti anche in Lombardia.

Per questo motivo la prevenzione della Leishmaniosi è pratica compresa nei piani salute del cane, valutandone, di volta in volta la necessità in base al tipo di vita del soggetto.

 

Quali cani devono essere vaccinati?

Devono essere sottoposti a profilassi vaccinale i cani che abitualmente vengono portati in vacanza in tutte le località marittime del mediterraneo. Per la nostra penisola Liguria, Versilia, Isola d’Elba, tutte le regioni costiere del Sud e le isole sono considerate fortemente endemiche.

Salute Pubblica e Leishmaniosi canina: la malattia è trasmissibile all’uomo direttamente?

Leishmania infantum in Europa e Leishmania chagasi in Sudamerica, possono causare leishmaniosi viscerale nell’uomo e i cani, ricordiamo, costituiscono i principali serbatoi.
Questo non significa che un cane con Leishmania possa infettare l’uomo, ma che questo è un serbatoio per cui se un flebotomo assume il parassita lo può iniettare nella persona, assumendolo dal cane.

Il cane non può attaccare la malattia all’uomo con il contatto: puoi continuare a coccolare il tuo cane senza rischi!

La leishmaniosi viscerale umana, se non trattata, ha una mortalità del 100%. Secondo l’OMS in tutto il mondo, per anno, si stimano 500.000 nuovi casi umani, in particolare nei bambini o negli adulti immunosoppressi, principalmente in Asia e nel Sudamerica. Per quanto riguarda Leishmania infantum, i cani fungono da ospiti serbatoio. Numerosi studi hanno dimostrato che la prevalenza della leishmaniosi umana potrebbe essere ridotta in maniera significativa attraverso il controllo della leishmaniosi nei cani.

 

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